La mia esperienza di psichiatra, per trenta anni nei servizi psichiatrici pubblici, si è caratterizzata nella ricerca di valori psicodinamici e ora scelgo il prof Borgna, fenomenologo, per esprimere quelli che sono anche i miei convincimenti, quelli sulla cui base ho cercato di svolgere i miei compiti.

Eugenio Borgna, nato nel 1930, è psichiatra, saggista ed accademico. Primario del manicomio di Novara, già nei primi anni ’60 ha adottato metodi di cura incentrati sul dialogo e l’ascolto. Ha aderito e collaborato attivamente alla rivoluzione basagliana.

Nell’ultimo testo, intitolato I GRANDI PENSIERI VENGONO DAL CUORE. EDUCARE ALL’ASCOLTO, scrive dell’ “intelligenza del cuore”, per intuire l’indicibile.

Ha cercato di comunicare anche a studenti liceali cosa sia realmente la “follia” e quanta umanità in essa sia contenuta; scrive nella speranza che chi eventualmente incontra questa sofferenza, in sé o negli altri, non ne abbia troppa paura e abbia il coraggio di immaginare, intuire, il dialogo interiore che così misteriosamente si esprime.

Gli anni del suo lavoro nella Clinica universitaria di Milano e nel manicomio di Novara gli hanno insegnato l’importanza dell’utilizzo delle parole e dei silenzi quando si ha a che fare con una profonda sofferenza che a volte non riesce neppure a chiedere aiuto, o a rendersi evidente. Per lui la psichiatria è una disciplina che si confronta con gli arcipelaghi sconfinati delle emozioni, malate e non malate. Invita a scendere nella nostra interiorità e sfuggire ai sortilegi mondani di una psichiatria solo farmacologica. Intende far conoscere le parole tematiche che fanno della psichiatria una scienza umana, e non solo una scienza naturale. Non si è capaci, dice, di colloquio e di dialogo se non si sa guardare dentro di sé, scendere negli abissi della nostra interiorità.

La psichiatria non può non essere anche psicologia, capacità di comunicazione tra soggetti. Il dialogo autentico consente infatti ai ricordi di riemergere per trasformare le nostre vite, permette di sfuggire a un’individualità esasperata rispecchiandosi nell’altro.

Livia Gay

DAL TESTO…….

.IL mio cammino si è snodato lungo sentieri che hanno avuto come loro meta quella di rimettere in evidenza le parole tematiche della psichiatria negli orizzonti di riflessione e di meditazione, di comunione e di speranza contro ogni speranza. Un cammino che ho cercato di fare sulla scia di una psichiatria ancorata alle sue fondazioni umane e fenomenologiche, e non solo a quelle biologiche e farmacologiche, che ne costituiscono una parte…….

.sentieri conoscitivi aperti all’ascolto delle intermittenze del cuore, che illuminano le notti oscure dell’anima…..psichiatria non solo nella sua dimensione psicopatologica e clinica, ma soprattutto in quella dialogica e relazionale, alla quale guardare con fiducia, e non temendola.

.la fenomenologia, seguendo gli indirizzi teorici di Edmund Husserl, un grande filosofo tedesco del secolo scorso, intende descrivere le esperienze psichiche normali e patologiche così come si manifestano nella loro immediatezza e nella loro spontaneità, senza ricondurle alle loro cause, che nella vita psichica non sono mai dimostrabili.

Un libro che vive e parla di psichiatria non può non essere accompagnato dalla speranza, o dall’illusione, che possa essere di aiuto a chi lo legga non nell’accrescere le sue conoscenze scientifiche, ma nell’ampliare la sfera delle sue emozioni e delle sue passioni…

…….e non può che concludersi con una poesia di Emily Dickinson:

Se io potrò impedire / a un cuore di spezzarsi / non avrò vissuto invano- / Se allevierò il dolore di una vita / o guarirò una pena- / o aiuterò un pettirosso caduto / a rientrare nel nido / non avrò vissuto invano.

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