Come immaginate che si svolga una visita in psichiatria? Sapete com'è una tradizionale visita medica, che guarda abitualmente alle condizioni del corpo e non a quelle dell'anima.
Non pensate che la mia sia una psichiatria antiquata e sorpassata, perchè essa è in consonanza con quella di Franco Basaglia, che giungeva alla rivoluzionaria chiusura dei manicomi.
Certo non mancano oggi farmaci ansiolitici antidepressivi e antipsicotici, di radicale significazione terapeutica, che si devono prescrivere quando è necessario. Ma se il cuore non pulsa in noi non saremo di aiuto al paziente.
Nulla si comprende della sofferenza psichica, nelle sue diverse forme di espressione, se non si conoscono gli intrecci emozionali, ardenti e complessi, che sono in essa.
Ancor prima delle domande contano gli sguardi, e la loro impalpabile liquida atmosfera, che consentono a chi sta male di sentirsi accolto, come persona amica e non come persona estranea, da esaminare con freddezza e da lontano.
Non potrei avvicinare il mondo interiore di una persona malata se non so ascoltare le mie emozioni, le mie ansie, le mie inquietudini e le mie insicurezze.
L’ascolto di quello che avviene nella nostra vita interiore, quando siamo in relazione che gli altri, dovrebbe essere il nostro compito quotidiano, ma come svolgerlo quando siamo divorati dell'inquietudine, dalla fretta, dalla ossessione di non perdere tempo….e dall’idolatria della farmacologia. Non dovremmo perdere di vista anche le persone che non sempre hanno le parole, non sono capaci di dire la loro solitudine e il loro dolore; persone che non sanno raccogliere questo loro groviglio di emozioni se non, a volte, in uno sguardo, in un gesto e in un sorriso.
La sofferenza psichica fa parte della vita e non di meno il pregiudizio nei suoi confronti, nei suoi riguardi, non finisce mai.
Siamo inclini a guardare con paura chi si è stato in cura e pensiamo che il sorriso non abbia nulla a che fare con la psichiatria. Certo è esperienza bellissima e struggente quella che si ha nel momento in cui una condizione depressiva guarisce e un sorriso dilaga nel volto.
Anche il mondo della scuola deve essere abitato dalla dimensione psicologica; andrebbe insegnato dove le parole vanno dette e dove non vanno dette; bisognerebbe parlare delle emozioni che si provano e di quelle che non si provano; non c'è insegnamento che possa fare a meno dell'intuizione e della saggezza del cuore.
Cerchiamo di lasciarci alle spalle quella pedagogia che privilegiava la riuscita, prescindendo da ogni contesto; poneva tutti sullo stesso piano, priva come era di senso delle differenze.
In modo originale e radicale Basaglia ha dimostrato come non ci sia cura in psichiatria se non siamo consapevole dell’ importanza che hanno le condizioni relazionali e sociali nella insorgenza e nella evoluzione della follia. Lui è stato uno dei grandi maestri cogliendo, nella psichiatria, la dimensione relazionale e sociale, indicandone le premesse teoriche e le sconvolgenti applicazioni pratiche.
Pensiamo anche a questo periodo della pandemia e allora, rispetto a questo, pensiamo anche che la psichiatria come scienza sociale non può non essersi confrontata con l’importanza che hanno avuto i condizionamenti sociali nel causare disturbi psichici, depressivi e ansiosi, nel corso della pandemia. Psichiatria è anche questo: decifrare i segni del tempo.
Ecco infine su cosa si basa il mio libro: sulla fenomenologia che intende descrivere le esperienze psichiche normali e patologiche, così come si manifestano nella loro immediatezza e nella loro spontaneità, senza ricondurle alle loro cause, che nella vita psichica non sono mai dimostrabili.
Un libro che parla di psichiatria spero possa essere di aiuto a chi lo legge non nel accrescere le sue conoscenze scientifiche, ma nell’ampliare la sfera delle sue emozioni e delle sue passioni. Un libro che non può che concludersi con una poesia che ne colga il senso.
Emily Dickinson
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena
o avrò aiutato un pettirosso a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
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