Elogio alla follia. Una grande poetessa: Alda Merini.
Ciò che ha reso celebre la poesia di Alda Merini è stata la sua capacità di esplorare il dolore dall’interno, dolore vissuto tragicamente in prima persona. Segnata dalla terribile esperienza, provata più volte, del manicomio, vissuta “come una discesa agli inferi”, la poetessa ha saputo cantare con grande intensità la propria sofferenza con uno sguardo verso gli esclusi dando loro voce e valore. La risalita, le ricadute, il rientro nella vita hanno portato con sé le lacerazioni e il senso di una perdita che la poetessa ha misurato nella differenza tra “la vita vissuta e la vita sognata”. Le ambizioni spezzate, il desiderio di un’istruzione, di una vita amorosa, di una piena maternità, hanno segnato la vita inimitabile di questa poetessa, che pur tormentata da ossessioni e deliri non si è mai piegata alla malattia e non ha mai rinunciato alla propria vocazione poetica, sentita come un’ancora di salvezza.
Alda Merini nasce a Milano, il 21 marzo 1931, frequenta una scuola professionale e intraprende lo studio del pianoforte che conforta la sua natura solitaria e malinconica. Tenta di entrare al Liceo, ma non supera la prova di Italiano. Eppure ha iniziato a scrivere poesie a quindici anni e a vedere accolti con favore e interesse i suoi lavori dal poeta e scrittore Giacinto Spagnoletti. Grazie a lui Alda Merini stringe amicizia con letterati e poeti che la ammirano e apprezzano le sue poesie: Maria Corti, Eugenio Montale, Maria Luisa Spaziani e Salvatore Quasimodo.
Nel 1947 Alda Merini ha sedici anni e comincia a manifestare i primi sintomi di un malessere psichico che si aggraverà tanto da dover essere ricoverata in una clinica psichiatrica.
Seguono anni di vita dal ritmo febbrile: un marito, quattro figlie, grande produzione poetica e crisi che determinano internamenti , più o meno continui, nel manicomio di Milano per un lungo periodo durato più di dieci anni ( 1965-1979).
Dopo una lenta risalita, durante la quale, Alda Merini scrive quella che viene considerato il suo capolavoro “La Terra Santa”, nuovi anni difficili l’aspettano: la morte del marito (1981) e le difficoltà economiche mettono in crisi la sua precaria stabilità emotiva. Un nuovo legame affettivo forte con il medico e poeta Michele Pierri, che sposa nel 1983 e con il quale si trasferisce a Taranto, porta alla poetessa una quiete che le permette di dedicarsi a nuovi lavori, tra cui l’opera in prosa “ L’altra verità. Diario di una diversa” nella quale racconta con crudo realismo le scabrose e scomode verità della vita nei manicomi.
Ma nel 1987 la morte del marito interrompe gli anni di serenità e riaffiora la follia che viene curata con un nuovo internamento, al manicomio di Taranto, che la poetessa reputa peggiore rispetto a quello di Milano. Ritornata a Milano, nella sua casa, incontra una psichiatra, Marcella Rizzo, che la cura in modo efficace portandola, in breve tempo, a ristabilirsi.
La pubblicazione della raccolta “La Terra Santa” le ha dato, intanto, notorietà. Il successo arriva nel 1988, a seguito della pubblicazione di un volume in prosa, “Delirio amoroso”. Per la sua produzione ricchissima e feconda la poetessa vede crescere la sua fama, risponde a interviste, partecipa a trasmissioni in cui parla della propria opera e dei manicomi. Dopo anni di lotte nell’oscurità e anonimato non si sottrae alla comunicazione mediatica che le permette di esprimere e divulgare il suo forte sentire. La sua voce finalmente viene ascoltata come testimonianza diretta e autorevole in una società ormai cambiata e più attenta alla persona, grazie alla battaglia condotta in Italia dallo psichiatra Franco Basaglia, che ha portato all’abolizione dei manicomi con la Legge 180 del 1978.
Pubblica il suo ultimo volume di poesie” Il Carnevale della croce” nel 2009. Nello stesso anno, il 1° novembre, circondata dalle sue figlie, Alda Merini muore a Milano, dove le vengono riservati i funerali di Stato nel Duomo.
È possibile reperire in rete molti contributi che registrano le interviste fatte ad Alda Merini, le sua partecipazioni televisive a partire dagli anni ’90. Abbiamo scelto un colloquio che la Merini ha tenuto con il cantautore Simone Cristicchi, per il film-documentario Dall’altra parte del cancello che contiene gli interventi di musicisti, cantautori e poeti sul rapporto tra musica e follia. Alda Merini parla della sua esperienza in manicomio ma anche del significato che ha avuto per lei la poesia.
Simone Cristicchi: Per lei cos’è che conta veramente nella vita?
Alda Merini: Niente caro. Niente.
Simone Cristicchi: Niente, niente ?
Alda Merini: Niente… La mia felicità. Interrotta dalla vostra presenza (ride). Ecco io le faccio vedere questa foto qui […] di quando ero una ragazza, prima dello sconcio del manicomio.
In questi anni di silenzio, di manicomio, io non è che sono diventata matta a pensare come facevo a diventare Cesare. Non ero più nessuno. Nessuno. Ero raso terra. […] Sa io quando ero in manicomio, non avevo nemmeno i soldi per il caffè...
Si può ascoltare l’intervista completa sul canale YouTube, all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=_7bymfrwsE8
Poesie
Sono nata il ventuno a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
A.Merini, Vuoto d’amore, Einaudi, Torino, 1991.
A.Merini, Vuoto d’amore, Einaudi, Torino, 1991.
È così diseguale la mia vita
È così diseguale la mia vita
da quello che vorrei sapere.
da quello che vorrei sapere.
Eppure al di là di ogni immondizia
e sutura, c’è la grande speranza
che il tempo redima i folli
e l’amore spazzi via ogni cosa
e lasci inaspettatamente viva
una rima baciata.
A.Merini, Il carnevale della croce. Poesie religiose. Poesie d’amore, Einaudi, Torino 2009
Da Le fate sapienti, 2009
Io la vita l'ho goduta tutta
a dispetto di quello che altri
possono pensare
io la vita l'ho goduta
perchè mi piace anche l'inferno della vita
e la vita è spesso un inferno
per me la vita è stata bella
perchè l'ho pagata cara
E se diventi farfalla
nessuno pensa più
a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali.
Grandissima Alda Merini, la " nostra" voce in un mare di silenzio assordante.
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